Page 11 - il racconto di Atack
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Ora vorrei dirvi qualcosa sulla fatica che fate ad avvicinarvi
             al  nostro  mondo.  E’  logico   che  vi  faccia  stare  un  po’  male

             venire in canile, che vorreste prenderci tutti, e che andarvene
             via senza averlo fatto, o aver aiutato uno solo di noi lasciando

             tutti gli altri al loro destino vi strazia il cuore.

             Ma pensate per un minuto a noi che qui ci siamo comunque,
             e  che  non  avremo  nessuna  speranza  se  non  ci  saranno

             persone  pronte  a   sopportare  un  po’  di  quel  disagio.  Se

             verrete qui in un bel pomeriggio di sole, con calma, chiedete
             di fare un giro insieme ai volontari fuori, nei pratoni dove ci

             portano a giocare. Così non ci vedete dietro le sbarre e potete
             farvi anche un giro al guinzaglio con chi vi colpirà. Ma non

             fissatevi  con  uno  di  noi,  perché  non  è  detta  che  sia  il  cane

             giusto per la vostra vita. Lasciatevi guidare dai nostri amici
             del  canile,  Filly,  Roberto  e  Daniele  che  ci  conoscono  bene,

             uno per uno.

             Loro  lavorano  da  mane  a  sera  come  matti  per  pulire  bene
             tutto, darci da mangiare, a ognuno secondo le sue necessità,

             curarci  quando  ne  abbiamo  bisogno,  portarci  fuori  quando

             possono  e  il  tempo  lo  permette,  cambiarci  di  box  quando
             qualcuno  ha  bisogno  di  sostegno,  farci  il  bagno,  pulirci  le

             orecchie,  portarci  dal  veterinario,  badare  a  tutte  le   nostre

             necessità, anche quelle psicologiche.
             Fanno  tutto  questo,  e  anche  di  più,  e  intanto  vengono

             chiamati per andare a recuperare l’ennesimo trovatello, e poi

             lo portano qui e cominciano a conoscerlo, a capire che cosa
             ha passato, quale lingua parla, con chi è meglio che stia a far

             decantare  la  sua  delusione.  Non  dormono  la  notte  per
             qualcuno di noi che si ammala, o che è tornato indietro da un

             affido,  s’inventano  di  tutto  per  aiutarci,  sopportano  con  un

             sorriso  anche  i  visitatori  che  arrivano  chiedendo  un  cane
             intonato alla tappezzeria, o alle scarpe da ginnastica…
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